Molti
anni fa un giovane cantiniere trentino ebbe un’idea: trasferire la tradizione
dei migliori Champagne francesi nella sua terra. Indovinate come si chiamava
quel ragazzo?!! Bravi…Giulio Ferrari!
Era
il 1902, e Giulio Ferrari, che veniva dagli studi effettuati presto la
prestigiosa scuola di viticultura di Montpellier e dagli svariati viaggi studio
tra Reims ed Epernay, iniziò ad avviare la sua cantina a Trento, piantando le
prime barbatelle di Chardonnay sulla collina di Tenna.
Il
risultato fu la produzione di pochissime bottiglie che nonostante l’elevato
prezzo divennero ben presto poche per soddisfare le richieste di tutti i suoi
estimatori. Ben presto iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti ed iniziò
ad aumentare la produzione aziendale.
L’azienda
passò nelle mani dei famiglia Lunelli solo nel 1952 quando Giulio Ferrari la
cedette a Bruno Lunelli restando comunque a lavorare in cantina fino alla sua
morte.
Con
Bruno Lunelli, ingegnoso imprenditore, la produzione arrivo a toccare le 100.000
bottiglie esclusivamente di Metodo Classico.
Ma
vi starete chiedendo…com’è nato il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore?!! Bella
domanda, bravi! Partiamo da qui…
Bruno
Lunelli condusse l’azienda fino al 1969, anno in cui lasciò il timone ai figli Gino,
Mauro e Franco e fu proprio grazie all’esperienza e agli studi condotti in
Francia da uno dei tre, Mauro, che nacque quello che oggi tutti noi conosciamo
come uno dei migliori metodo classico italiani, la Riserva del Fondatore Giulio
Ferrari.
Mauro
era convinto che un grande metodo classico potesse sfidare il tempo né più e né
meno di un grande vino rosso. Fu così che nel 1972 decise, all’insaputa dei
fratelli, di imbottigliare un migliaio di bottiglie di un Ferrari diverso e
seguirne passo passo l’evoluzione. Lo fece assaggiare ai fratelli solo nel
1980, 8 anni dopo, ed i giudizi furono entusiastici. Mauro vinse così la sua
scommessa con il tempo e quelle bollicine, ancora senza nome, furono chiamate
con il nome del fondatore della cantina ed immesse sul mercato.
Da
allora la Riserva del Fondatore è la punta di diamante di casa
Ferrari e viene prodotto solo nelle annate considerate ottimali.
Chardonnay
in purezza, nasce dalla selezione dei migliori grappoli del “cru” Maso Pianizza,
raccolti dalle sole piante con più di 10 anni di età.
Il
vigneto di Maso Pianizza è esposto a sud-ovest e si trova a 500/600 metri
s.l.m.. La vite è allevata a pergola semplice trentina ed il terreno è tendenzialmente
sabbioso con grande presenza di scheletro ed un leggerissimo strato di ghiaia
ed argilla.
Il
vigneto è inoltre completamente circondato dal bosco che crea condizioni
microclimatiche molto favoreli.
In cantina le uve subiscono una pressatura soffice e dopo di che viene innescata
la prima fermentazione in vasche di acciaio, per mezzo di lieviti selezionati
nelle proprie colture aggiunti al mosto.
La
fermentazione dura circa 12 – 15 giorni e, una volta conclusa, il vino rimane
in acciaio per circa 6 mesi, passati i quali il vino base è pronto per la rifermentazione in bottiglia dove il vino rimarrà a contatto con i lieviti, in
attesa della sboccatura, per circa dieci anni.
A finire il dosaggio zuccherino che è sempre inferiore ai 6 g/l.
A questo punto direi che ci siamo dilungati fin troppo ma la bella e affascinante storia del Giulio Ferrari mi faceva piacere raccontarla.
Ora però veniamo alla degustazione di queste sei belle annate e "lasciamo la parola ai vini".
Giulio Ferrari Riserva del
Fondatore 2001
Coloro giallo dorato intenso con un perlage
perfetto.
Al naso ha una grande impronta minerale,
quasi fumè, che ricorda la pietra focaia. A contorno note di pesca, di
albicocca, di agrume, di miele e di fiori bianchi.
Man mano che si scalda i profumi virano
verso sensazioni dolci che rimandano alla piccola pasticceria appena sfornata e
alla dolcezza del frutto.
In bocca mostra tutta la sua giovinezza,
è irruento, esuberante ma allo stesso tempo elegante e sempre composto. Ha un
bel corpo sorretto da una grande freschezza. Quasi salato con una lunga e
piacevolissima persistenza.
Una grandissima annata dal futuro radioso!
Giulio Ferrari Riserva del
Fondatore 1997
Il colore è leggermente meno carico del
precedente.
Al naso ha note di cedro, pasticceria,
miele e sentori minerali quasi fumè, simili ai precedenti.
Scaldandosi vira
su profumi ferrosi.
Bevendolo si percepisce subito che il
Giulio invecchia bene, rispetto al precedente ha già un bell’equilibrio, con
una bocca leggiadra e fine dalla lunga persistenza.
Altra bellissima bollicina ma con
l’esuberanza composta del 2001 è stato amore a prima vista, la 97 per me è un
gradino sotto!
Giulio Ferrari Riserva del
Fondatore 1995
Un fuoriclasse!
Al
naso neanche sembra uno spumante, sfodera tutta la sontuosa eleganza di un
riesling con sentori di idrocarburo, miele, agrumi, frutta secca, canditi,
gomma pane, nuance balsamiche e frutta dolce. Nel bicchiere è in continua
evoluzione e col tempo sembra sempre di un più un grande riesling.
Al
palato è più vivo del ’97, dove si avvertiva una “sorta” di maturità, e si
percepisce ancora un’incredibile acidità, un gran corpo ed una bella sapidità,
il tutto fuso in maniera armonica.
Chiusura
minerale e persistenza infinita.
Lascia
presagire ancora margini di miglioramento.
Di un altro livello, da berne a bancali.
Grandissima bollicina che strizza l’occhio ai
migliori prodotti dei cugini transalpini.
Giulio Ferrari Riserva del
Fondatore 1990
Il
naso è sussurrato ed un po’ sporcato da una leggera nota verniciosa ma si riescono lo stesso a cogliere sfumature di frutta secca, di gesso ed una leggera nota
minerale. Scaldandosi vira su note salmastre.
Anche
in bocca è un po’ sottotono, manca la spina acida a tenerlo su come si deve e
la parte alcolica è leggermente scomposta con un finale quasi amaricante.
Ha
la grande attenuante di esser stato servito dopo un fuoriclasse come il 1995,
probabilmente in un altro contesto o bevuto da solo avrebbe fatto la sua bella
figura, qui non mi ha convinto molto.
Giulio Ferrari Riserva del
Fondatore 1988
Oro
verde, naso giocate su intriganti note iodate, di pietra focaia, di
pasticceria, di miele, di mandorla, di canditi ed un profumo dolce di confetto.
Ossigenandosi vira su profumi di erbe aromatiche, rosmarino su tutte.
In
bocca esprime una bellissima sapidità, quasi salino, ed una lunga persistenza
minerale ed agrumata.
Ha
delle somiglianze con quel fuoriclasse che è il 1995, mi piace e mi convince.
Ad un incollatura dal 2001 e sopra il 1997.
Giulio Ferrari Riserva del
Fondatore 1985
Dorato carico, caldo.
Confettura d’arancia, confettura di pesca,
oliva in salamoia, miele, una leggera mineralità rocciosa ed anche qui, come
nel ’90, una nota smaltata a sporcare un po’ il naso.
In bocca entra molto dolce ma il finale è
amaricante ed il sorso non appaga.
Corto, direi quasi al limite.
Molto simile al 1990, che forse è sulla
stessa strada.
Caro Riccardo, apprezzo sempre le tue note precise, ma sincere...
RispondiEliminaGrazie Massimo, è sempre un piacere ricevere tuoi commenti!
RispondiEliminaBellissima esperienza, c’ero anch’io.
RispondiEliminaPurtroppo ricordo anche che gli spumanti appartengono ad una “serie speciale” che, in parte se non addirittura totalmente, viene sboccata per l’occasione.
Stiamo parlando di vini con più di 15 anni di permanenza sui lieviti e impossibili da trovare sul mercato.
Un Ferrari “oenotheque” che chissà se berremo ancora
Signori la R.D.F. è stata una delusione totale, assaggiato con altre 4 persone tutti assaggiatori ONAV e AIS siamo rimasti basiti.
RispondiEliminaErano diversi anni che non lo assaggiavamo ma per questo capodanno 2013 abbiamo detto "dai quest'anno beviamo Italiano" ... accidenti che delusione 70€ buttati.
Inspiegabile piatto, alcolico, senza profumi MAH!
E ho fatto anche brutta figura con gli amici .... .
Alex
Ciao Alex,
Eliminala Riserva del Fondatore della Ferrari l'ho bevuta più volte perchè è tra le pochissime bollicine italiane che bevo e ti assicuro che non l'ho mai trovata come da te descritta.
Propenderei per una bottiglia non a posto, riprova la 2001 se hai l'occasione e poi dicci se ti ha fatto cambiare idea.
Io ho recentemente bevuto la 1993, sboccatura 2002, e se in bocca si iniziava ad avvertire l'età al naso era invece molto affascinante e complessa.
Riprova, fidati ;-)