domenica 29 settembre 2013

Una giornata a Le Casalte

La frase che sentirete più di frequente a Le Casalte è: "Qui dovete sentirvi come a casa vostra!".
Ed è proprio così, a Le Casalte ognuno si sente a casa propria e questo grazie a Chiara Barioffi, grande padrona di casa, in grado di far sentire anche l'ospite più timido a proprio agio ed in totale relax.
Sabato 15 giugno, partenza alle 8,30 ed arrivo a Montepulciano alle ore 11,00, giusto il tempo di un piccolo spuntino a base di prosciutto toscano, una breve visita  alla cantina storica della famiglia Crociani nel centro di Montepulciano e via...direzione Le Casalte!
Per arrivare da Chiara bisogna percorrere una stradina sterrata che si districa tra fantastici casali e vigneti e dopo un bel po' di curve, come in ogni strada di "campagna" che si rispetti, ecco spuntare quel magnifico posto che è Le Casalte.
Il paesaggio è fenomenale, ci troviamo nel verde più incontaminato.
Il primo a venirci in contro è il prode Zeus, pastore tedesco nonché vero e proprio padrone di casa.
 
Subito dietro ecco spuntare Giovedì, dolcissimo cagnolino lungo e marrone.
E finalmente ecco Chiara, elegantissima anche in "tenuta da cucina", pronta ad accoglierci nel migliore dei modi.
Rapido giro di saluti e via, tutti in cucina ad aiutare Chiara.
Iniziamo ad impiattare pomodori secchi, melanzane rosse, carciofini sott'olio, giardiniera, tutto rigorosamente fatto in casa da Chiara stessa.
Dopo aver spizzicato qua e la arriva il piatto del giorno: frittura di zucchine, fiori di zucca e carciofini...provenienza "orto Le Casalte".
C'è chi continua a spizzicare, chi tiene il vassoio per la frittura, chi prepara la pastella, chi frigge e chi inizia a disquisire sul vino bevuto.
Ognuno si rende utile, si crea un'atmosfera di convivialitá frizzante e piacevole...ci si sente parte integrante di Le Casalte!
Dopo il sostanzioso aperitivo ci trasferiamo fuori per il vero e proprio pranzo...location "quel fantastico fico" sotto il quale è "nascosto" un tavolo di legno egregiamente apparecchiato e pronto ad accoglierci.
Per un attimo è come se fossimo parte integrante della natura. Seduti a tavola basta alzare lo sguardo per vedere gli enormi rami intrecciati tra di loro che sovrastano le nostre teste, carichi di foglie grandi e verdi ad esprimere tutta la potenza della loro clorofilla.
Il pranzo prevede un ottimo arrosto alle cipolle, profumato e tenerissimo, fagiolini colti dall'orto, friggitelli di impeccabile cottura e qualche stuzzichino avanzato dal precedente antipasto.
Tutto accompagnato magistralmente dai "vini di casa".
Siamo partiti con il Nobile di Montepulciano 2010, imbottigliato da poco, il vino è scalpitante in bocca ma fa già intuire il suo roseo futuro, al naso è già più "mite" con note che vanno dalla marasca alla viola all'humus con una bella scia minerale sullo sfondo.
Passiamo al fratello maggiore con quella che secondo me è la migliore annata di sempre ad oggi, Quercetonda 2006. Vino di rara eleganza e profondità aromatica. Al naso i sentori minerali e balsamici la fanno da padroni integrandosi armonicamente con note di ciliegia, sottobosco, tabacco dolce e l'immancabile arancia sanguinella. Al palato è un fuoriclasse, è compatto ed avvolgente con ha un tannino di grande fattura, ottima acidità e sapidità con un finale di bocca lunghissimo. Vino che a mio giudizio denota un uso del legno magistrale. Chapeau!
Continuiamo andando indietro di un paio di anni e passiamo al Quercetonda 2004.
E' un vino più austero del precedente con profumi di marasca, mora, terra bagnata e cuoio. Anche qui immancabili i sentori minerali e balsamici. Come per la 2006 la bocca è molto precisa e di grande finezza. Ottimo equilibrio acido sapido e bel finale su note di terra che fanno molto toscana. Altra grandissima versione.
Dopo un pranzetto con i fiocchi di questa portata si può fare a meno del dolce?!! Direi di no. Ottimi biscotti fragranti e crostata di ricotta e visciole direttamente dal forno Boccione del Ghetto di Roma: unica!
Egregiamente accompagnata dal Vin Santo di Montepulciano 2003 prodotto sempre da Chiara, che possiamo definire il vin de garage di Le Casalte vista l'esigua quantità in cui viene prodotto...ma quant'è buono! Si affianca ad un naso di grande finezza, eleganza e complessità una bocca compatta, avvolgente con una viva acidità che ne esalta la beva. Non è facile trovare vini dolci così, tra i miei preferiti.
Tutti insieme a tavola si parla del più, del meno e naturalmente di vino perdendo la sensazione del tempo. Si crea un'atmosfera magica, non si ha minimamente la sensazione di esser andati a Le Casalte per visitare una cantina ma bensì per passare una giornata in compagnia di amici.
Per noi non era la "prima volta", già l'estate scorsa eravamo stati a visitare la cantina e nonostante Chiara ci conoscesse poco e niente ed  il periodo non fosse dei migliori, se non sbaglio era il giorno di ferragosto o giù di lì, ci trattò da subito con i "guanti bianchi", come se fossimo amici da decenni. Il mio palato ancora si ricorda lo squisito pranzetto preparato dalla mamma di Chiara: fettuccine con ragù di salsiccia, pollo con le patate cotto nel forno a legna e per non parlare poi della torta di mele...una goduria!
Questo per farvi capire che per ottenere una tale accoglienza in casa Barioffi non serve essere amici di vecchia data, a Le Casalte l'ospite è sacro, è un po' come se fossimo tornati indietro, ai tempi dei greci.
La visita in cantina si trasforma in qualcosa che rimane parte di noi, e che secondo me, da totale inesperta in materia, si riflette anche nel vino. Si, perché credo faccia la differenza bere un vino e giudicarlo buono e bere un altro vino che oltre ad apprezzarlo per le sue infinite caratteristiche e sfumature fa (ri)vivere un'esperienza, un ricordo. È proprio quel ricordo che lo fa diventare un qualcosa di speciale e che soprattutto lo rende vivo.

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