giovedì 6 marzo 2014

L'eleganza del barolo

Chi mi conosce sa che sono un "Sangiovesista" sfegatato (offritemi un Biondi Santi e si fa subito amicizia!) ma quando ci si trova di fronte a cotanto bere alzo le mani.
Un vino elegante e femminile ma comunque d’impatto con dei tannini rotondi, carezzevoli e mai fastidiosi che si fa apprezzare trovando già un suo equilibrio fin dalle annate più giovani.
Un vino di cui è difficile non innamorarsi.
Di che vino parliamo?!! Del Barolo Monprivato dell’azienda Mascarello Giuseppe e Figlio e nello specifico della verticale storica organizzata, durante la manifestazione Barolo nel Cuore, da Davide Bonucci dell’Enoclub Siena e Marco Cum di RiservaGrande che ha visto come grandi protagoniste le annate: 1970, 1978, 1985, 1990, 1999, 2001 e 2004.
A raccontarci la storia del Monprivato e dell'azienda era presente Mauro Mascarello che nonostante la visibile "timidezza" non si è tirato indietro al confronto allietandoci con pò di simpatici aneddoti.
I Mascarello dopo esser stati per anni alle dipendenze della marchesa Giulia Colbert Faletti di Barolo come massari iniziano nel 1881 con Giuseppe Mascarello a vinificare in proprio dopo l’acquisto di un appezzamento di terra nel comune di Monforte d’Alba.
Fu poi Maurizio Mascarello a trasferire l’attività nel 1904 a Castiglione Falletto dopo l’acquisto della cascina Monprivato, ora deposito per gli attrezzi di vigna.
Nel 1919 la cantina si sposta nell'odierna sede di Monchiero tra le mura di un'antica costruzione all'epoca vanto dell'architettura locale che si rivelo da subito perfetta per la conservazione del vino.
La produzione ebbe un sostanziale incremento con l'ascesa al timone dell'azienda di Giuseppe Mascarello, papà di Mauro, che inoltre sostitui tutte le vecchie botti della cantina con delle nuove in rovere di Slavonia prodotte con legno da lui stesso selezionato ed  inizio una selezione massale in vigna che lo portò nel 1959 a selezionare un particolare clone chiamato michét ed a reimpiantarlo nei primi anni '60.
Nel 1967 la conduzione dell’azienda passa nelle mani di Mauro Mascarello il quale, nel 1970, inizia a vinificare singolarmente le uve del vigneto Monprivato, cru di 6,7h di cui i Mascarello sono quasi gli unici proprietari.
Mauro Mascarello ci racconta che il vigneto “Monprivato” si trova a 280m sul livello del mare con un'esposizione a sud ovest e quindi  irraggiato dalla luce del sole nell’arco di tutta la giornata.
Le viti vanno dalle più vecchie risalenti agli anni ’60 fino alle ultime reimpiantate nel 1996.
Viti che affondano le loro radici in un terreno limoso e ricco di calcare composto da marne grigio azzurre di formazione marina.
In cantina le uve del Monprivato subiscono una fermentazione tradizionale di circa 20/25 giorni per essere poi affinate, nelle sopracitate botti di rovere di Slavonia, per circa 40 mesi.
A questo punto senza dilungarci ulteriormente in chiacchiere passiamo ai vini, che hanno avuto molto da raccontarci…


Barolo Monprivato 2004 
Pronti, via e ci troviamo di fronte ad un vino che esprime già una sua armonia nonostante la propria giovinezza.
Il colore è rubino intenso e brillante ed al naso il vino si presenta già molto espressivo con un frutto maturo in evidenza.
Dritto e minerale con profumi di rosa, violetta e sottobosco.
Bocca precisa ed elegante, tannino serrato ma di nobile fattura.
Buona sapidità e gran nerbo acido, lunga persistenza su note di sottobosco. 

Barolo Monprivato 2001 
Vino affascinante fin dal colore rubino luminoso.
Naso molto pulito, elegante, dritto, profondo e fresco.
Lampone, agrume, rosa rossa e viola, sottobosco e ghisa bagnata rendono il naso espressivo e molto piacevole.
Marcati i sentori minerali di roccia spaccata.
In bocca il vino è di grande spessore mantenendo sempre elevata eleganza e tannini vellutati. Importante spina acida, bella sapidità e lunga persistenza su note di lampone.
Gran vino da comprare a bancali e conservare per decenni!

Barolo Monprivato 1999 
Qui, complice una bottiglia secondo me non perfetta, siamo davanti ad un vino un po’ evoluto già dal colore granato non proprio brillante.
Il naso è maturo e si avvertono sentori di sottobosco, humus, liquirizia, caffè in polvere, fungo porcino, tartufo, rosa appassita ed una leggera  nuance di oliva taggiasca.
In bocca scivola via senza troppi sussulti mettendo in evidenza un tannino leggermente asciugante. La persistenza è discreta su note funginee.
Niente a che vedere con gli altri ma nel complesso non mi è dispiaciuta la bevibilità, bevuto da solo probabilmente avrebbe fatto una figura migliore. 

Barolo Monprivato 1990 
Dopo una prima fase in cui stenta ad aprirsi dopo un po’ viene fuori in tutta la sua maestosità e sembra che il tempo si sia fermato poco meno di ventiquattro anni fa.
Il vino è ricco, intenso, fresco, pulito e “dolce” nella sua veste rubino compatta e brillante senza tracce di cedimenti che lascia presagire tutta la sua giovinezza.
I profumi fruttati e di fiori si declinano in fragolina di bosco, frutta di rovo, agrume, rosa rossa e violetta di campo.
Ma il naso, pulito e preciso, integra alla perfezione anche una nuance balsamica e sentori di cuoio, tabacco, cacao in polvere e spezie dolci.
Più passa il tempo e più si apre regalando forse il naso più ampio e vivace della degustazione.
Al palato mette in mostra un ottimo equilibrio ed una beva incredibile. 
Ogni sorso è un piacere per le papille gustative che vengono avvolte da un barolo molto femminile di spiccata eleganza.
Interminabile, si incolla al palato  lasciando una deliziosa persistenza fruttata e minerale. 

Barolo Monprivato 1985 
Granato brillante e concentrato di bellissima intensità.
Naso pulitissimo e di grande eleganza che si esprime con profumi precisi e stratificati di foglia di mente, bastoncino di liquirizia, sottobosco, prugna, sentori terrosi, cuoio, tabacco, rosa e violetta.
Dolcezza di fondo che richiama la spiccata impronta minerale del vino.
La bocca è semplicemente mostruosa con dei tannini di prim'ordine ed un sorso pieno ed appagante, ancora leggermente spostato sulle durezze ma a me piace già così.
Succoso grazie all’importante spina acida e con una lunghissima persistenza che rimanda al frutto ed al floreale percepiti al naso.
Per me ancora indietro per l’età che ha e con un gran futuro davanti…fuoriclasse! 

Barolo Monprivato 1978 
Colore granato con qualche cedimento.
Anche al naso l’età si inizia a far sentire conservando comunque una discreta integrità e pulizia ma i profumi virano verso il terroso ed il polveroso, la liquirizia ed il fungo, il caffè ed il “ferroso”.
La bocca ha un quid in più rispetto al naso mantenendo una spiccata intensità e sapidità a scotto però di un tannino un pelo asciugante e graffiante.

Barolo Monprivato 1970 
Già dal colore si intuisce che il vino ha tenuto in maniera incredibile, granato intenso e brillante, dove l’aranciato ancora per un po’ non credo troverà dimora.
Naso elegante e pulito, di una freschezza disarmante ed ottima stratificazione e profondità dei profumi.
A distanza di quarantaquattro anni quello che colpisce subito è come abbia conservato profumi fruttati che rimandano al melograno, all’agrume e sentori floreali che richiamano la rosa appassita.
Profumi di sottobosco e terrosi, di cuoio e tabacco, di cacao in polvere e leggero tartufo completano il quadro insieme alla dolcezza di fondo che ci rimanda alla bellissima mineralità che ci ha accompagnato in tutta la degustazione.
La bocca è succosa, ha una gran progressione ed una perfetta armonia con un tannino serrato e preciso molto piacevole.
La persistenza è lunghissima con sentori che da prima ricordano l’agrumato per poi spostarsi su ritorni più scuri di cuoio, sottobosco e tabacco.
Ottima coerenza naso bocca.
Tanto di cappello ad uno dei migliori barolo che abbia mai bevuto fin ora!

2 commenti: